All’inizio della scrittura in versi, alla metà del 2014, poi chiamata scrivereinversi, è comparsa la domanda:
Lo scrivereinversi influisce positivamente sullo sviluppo del processo del pensare?
Da allora il quesito è in me ancora aperto. Non ho trovato obiezioni fondate che possano portare a ritenere il contrario, ma non dispongo di dimostrazioni valide scientificamente. Pensando e ripensando ho ritenuto utile PROMUOVERE L’IDEA di un PROGETTO di RICERCA funzionale alla iniziale domanda. La pubblicazione della raccolta di versi eterno inizio, insieme ai due precedenti volumi inVERSIpensANDO 2017 e conTEMPORAnea 2018 (Bordeaux Edizioni, Roma 2018), nasce a favore di questa finalità.
Inizialmente sarebbe già molto fruttuoso procedere con una ricognizione sullo stato della ricerca in tale ambito. Se si offrisse l’opportunità, potrebbe essere vantaggioso affiancarsi a progetti di ricerca affini, in parte o nel tutto, meglio se già operativi nelle Scuole, anche a livello empirico-sperimentale. Diversamente sarebbe necessario proporre e promuovere presso istituti adatti un progetto ex novo, che indaghi sulla struttura, sulla qualità e sui vantaggi specifici posseduti dal linguaggio poetico, inteso in questa sede come linguaggio in versi.
La ricerca dovrebbe includere necessariamente la sperimentazione dell’insegnamento del linguaggio in versi. Fase che implica la costruzione di un metodo didattico appropriato, la formazione dei didatti e, soltanto a risposte positive convincenti, l’estensione applicativa su larga scala.
Il PROGETTO: Ricerca sullo scrivereinversi, non è di facile realizzazione, ne sono consapevole: chiede tempo, lavoro e, soprattutto, visioni e disponibilità che condividano lo scopo. Ma il tema andava sollevato, rendendo pubblica questa fase iniziale dell’OPERAZIONE complessiva a favore dello scrivereinversi.
Per esperienza collaudata sul campo della vita, senza fatica, competenze, perseveranza, disponibilità a investire le proprie risorse in generale e pazienza, tanta, nulla si costruisce. A volte il lieto fine non è raggiunto nemmeno dotandosi di tutto ciò, ma senza provare il fallimento è già conquistato, già compiuto. D’altronde, e questo si sa senza smentite, l’esperienza acquisita in ogni ricerca, positivo o negativo che sia il risultato, è sempre un dato utile.
TEMA GENERALE Analisi dello scrivereinnversi quale specifico linguaggio in grado di favorire lo sviluppo del pensare.
IPOTESI Se lo scrivereinversi favorisce lo sviluppo del pensiero, potrebbe essere insegnato a tutti, potenziando la qualità fondativa dell’essere umano: il pensare.
RICERCA e VERIFICA Studiare la struttura del linguaggio poetico, inteso come ‘linguaggio in versi’, rispetto al linguaggio della prosa per comprendere i loro diversi apporti nei processi cognitivi, quindi nello sviluppo dell’intera persona. Tali fasi ineriscono discipline adeguatamente aggiornate nell’ambito delle scienze contemporanee più pertinenti, preferibilmente le neuroscienze cognitive del linguaggio. Senza escludere altri ambiti scientifici di ricerca. Se l’esito si rivelasse positivo, potremmo affermare con fondatezza che l’ipotesi di partenza può essere trasformata in tesi.
TESI scrivereinversi è un linguaggio utile allo sviluppo del pensiero. Va insegnato a tutti, a partire dai più piccoli, con metodi condivisi.
SCOPO L’individuazione e soluzione dei problemi che riguardano l’umanità è frutto del pensare-fare dell’essere umano, come singolo e collettivamente. Lo sviluppo del pensare-fare consente un incremento delle capacità conservative-adattative-cooperative di tutti, portando un miglioramento della possibilità e qualità della vita.
La diffusione dello scrivereinversi attiene a tale processo sviluppatore. Si può intervenire su diverse scale, a bassi costi e con l’ausilio delle nuove tecnologie e in particolare dell’e-learning.
A sostegno di tali motivazioni si rimanda alla sintesi di Cognitive Capitalism. Human Capital and the Wellbeing of Nations di Heiner Rindermann, psicologo dell’intelligenza e dell’educazione, sintesi illustrata da Gilberto Corbellini su «Il Sole 24 Ore», 24 ottobre 2018.
Le note che seguono sono tratte dall’esperienza sul campo di psicoterapeuta che mi ha visto operare dapprima attingendo alla psicoanalisi e progressivamente spostarmi verso le neuroscienze cognitive.
Una consistente esperienza d’insegnamento nelle scuole primarie e secondarie ha contribuito fruttuosamente nell’osservazione dei processi di costruzione del pensiero e dell’apprendimento, riconoscendo la necessità di aggiornamento della didattica in tali processi. La scrittura di testi poetici ha suscitato fin dall’inizio l’interesse per l’attività generativa sottostante.
a) Nella poesia confluiscono sensazioni, emozioni, suoni, immagini e parole.
b) La poesia può diventare un rilevatore-rivelatore dell’umore che facilita l’accesso a un pensiero organizzante e più organizzato. Consente in parte la regolazione delle emozioni e una migliore aderenza alla realtà, alla vita di relazione con sé, con gli altri e con il mondo.
c) Nella poesia è facilitata l’espressione intra e inter relazionale e costruttiva di sé, con gli altri e con il mondo.
d) Nella poesia la memoria si rivela in una costante operazione di rielaborazione, ridefinizione: vengono sollecitati processi di sintesi descrittive-rappresentative del contesto socio-culturale e di traduzione-interazione-rappresentazione del nostro sé ‘corpomentale’.
e) La poesia è un’esperienza creativa del soggetto indipendentemente dalla sua provenienza (sociale, culturale, professionale, di genere). Compare nel momento in cui si attua, assume forme e contenuti inattesi, portati e portatori di nostra conoscenza.
f) Nella poesia, se adottiamo i criteri della psicologia dinamica tradizionale, emergono analogie tra i meccanismi della struttura poetica e quella del racconto del sogno. Si potrebbe quasi dire che i meccanismi del processo onirico dedotti dai racconti dei sogni, fatti dal sognatore e interpretati dall’analista, quelli già descritti da Sigmund Freud, come condensazione, spostamento, rappresentazione plastica, intreccio narrativo più o meno coerente, possono essere ritrovati anche nel processo dello scrivereinversi.
tratti dal testo di Fausto Caruana e Marco Viola, Come funzionano le emozioni: da Darwin alle neuroscienze, Il mulino, Bologna 2018.
Riflettendo sullo scrivereinversi mi sento sempre più sorretta nell’idea che Il linguaggio poetico possa essere validamente esplorato dal punto di vista delle neuroscienze cognitive. Fondamentali le emozioni, per natura e funzioni, intese quali fenomeni cognitivi strettamente legati alla nostra corporeità.
Nella filosofia della mente e nelle scienze cognitive le teorie del riuso neurale e dei sistemi dinamici si collocano nella svolta denominata embodied cognition. Il modello ‘computer-cervello’ è rivisto da una scienza cognitiva arricchita dalla 4E cognitive science che qualifica la mente attraverso 4 caratteristiche:
1. Embodied, ossia incarnata: i processi di embodied simulation prevedono la riattivazione di pattern sensori motori, estrapolati e riadattati in processi cognitivi (mediante exaptation). Vale per i nostri processi cognitivi superiori (processi immaginativi, il pensiero astratto, la memoria o la comprensione del linguaggio).
2. Enacted: i processi cognitivi emergono dall’interazione dinamica tra un agente e l’ambiente in cui si muove. Trattasi dell’attività esplorativa diretta all’azione e all’interazione.
3. Embedded: i processi cognitivi sono riconfigurazione della relazione tra individuo e ambiente. Fenomeni mentali che si strutturano durante le dinamiche sociali. Viviamo in un ambiente naturale, storico, sociale, culturale.
4. Extended: i processi cognitivi si estendono al di là del cervello e del corpo fisico, sono scaricati su supporti tecnologici esterni che giocano un ruolo attivo nel funzionamento della nostra mente, il pensiero li incorpora al suo interno.
Affetti-emozioni
Nella 4E cognitive science riemergono molti assunti della psicologia funzionalista dei pragmatisti americani. Considerando la pervasività del dominio affettivo nella nostra vita cognitiva, tale aspetto diventa un punto fermo anche della scienza cognitiva contemporanea.
Si conferma la continuità tra aspetti percettivi, cognitivi ed esecutivi e l’emergere delle emozioni dall’interazione dinamica tra individui. Il filosofo Alvin Goldman assume che il cervello faccia largo uso di ‘rappresentazioni in formato corporeo’ chiamate bodily formats (B-formats) representations: il cervello cioè spesso taglia corto, non elabora rappresentazioni mentali mediante formato simbolico, ma impiega un concretissimo formato corporeo. La semantica del linguaggio sarebbe quindi in gran parte fondata su una simulazione incarnata, attualizzata da meccanismi di riuso neurale (Gallese e Lakoff 2005; Gallese 2008).
Secondo tale approccio le emozioni emergono alla coscienza nel momento in cui una certa informazione corporea torna al cervello. Non esistono stati emozionali al netto della dimensione espressiva e comunicativa. Le nostre azioni, le nostre decisioni e i nostri ricordi hanno sempre una connotazione emozionale. Il nostro pensiero è fatto di emozioni.
A conclusione di questa sintetica esposizione del percorso d’insieme e del progetto proposto, mi preme sottolineare come nello scrivereinversi il portato emozionale sia particolarmente presente, parlante.
Immaginando l’insegnamento dello scrivereinversi, a partire dai bambini, possiamo dire che la creatività, insita nel linguaggio poetico e non solo, supportata, stimolata e integrata dalla conoscenza tutta, potrebbe concorrere nel costruire e individuare nuove vie di adattamento, di comunicazione, di cooperazione. Detti apporti sono fondamentali soprattutto considerando l’inevitabile cambiamento collettivo, aggregativo, individuale e mondiale che stiamo vivendo. Il cambiamento può essere più o meno veloce e imprevisto, ma ciò accade alla vita da quando la vita e noi siamo comparsi al mondo.